OLTRE IL MURO. DIALOGO D'ARTE TRA ISRAELE E PALESTINA
Ahlam Shibli e Yael Bartana espongono insieme all'ex ospedale
Sant'Agostino di Modena
in occasione della mostra Breaking News dal 28 novembre 2010 al 13
marzo 2011
Ahlam Shibli e Yael Bartana espongono insieme all'ex ospedale
Sant'Agostino di Modena
in occasione della mostra Breaking News dal 28 novembre 2010 al 13
marzo 2011
Da un lato la bandiera israeliana che sventola in cima a uno scoglio,
sradicata per lasciar posto a un albero di ulivo; dall'altro il volto
tinto di nero dei volontari palestinesi arruolatisi nell'esercito
israeliano pur di poter sopravvivere e avere una casa.
L'accostamento tra un'artista israeliana, Yael Bartana, ed una
palestinese, Ahlam Shibli, separate nell'allestimento da una barriera
simbolica che intende richiamare il muro di Gaza, sarà al centro della
mostra Breaking News. Fotografia contemporanea da Medio Oriente e
Africa.
sradicata per lasciar posto a un albero di ulivo; dall'altro il volto
tinto di nero dei volontari palestinesi arruolatisi nell'esercito
israeliano pur di poter sopravvivere e avere una casa.
L'accostamento tra un'artista israeliana, Yael Bartana, ed una
palestinese, Ahlam Shibli, separate nell'allestimento da una barriera
simbolica che intende richiamare il muro di Gaza, sarà al centro della
mostra Breaking News. Fotografia contemporanea da Medio Oriente e
Africa.
La rassegna, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di
Modena e curata da Filippo Maggia, aprirà al pubblico il 28 novembre all'ex
ospedale Sant'Agostino di Modena e rimarrà allestita sino al 13 marzo
2011.
Modena e curata da Filippo Maggia, aprirà al pubblico il 28 novembre all'ex
ospedale Sant'Agostino di Modena e rimarrà allestita sino al 13 marzo
2011.
Bartana e Shibli, nate entrambe nel 1970 - la prima a Kfar Yenezkel,
nel nord di Israele, la seconda in Galilea, da pastori di origini
beduine - sono accomunate dalla lucidità con la quale indagano
artisticamente le implicazioni umane, sociali e simboliche del
conflitto arabo-israeliano.
Video e film-maker, Yael Bartana è una degli artisti israeliani più in
vista del momento: nel 2010 ha ricevuto il prestigioso Artes Mundi
Prize britannico ed ha esposto alla Tate Modern, a San Paolo e a
Berlino. Nei suoi video e nelle sue installazioni punta l'obiettivo
sui rituali contemporanei della società israeliana, dallo shopping
compulsivo alle celebrazioni religiose, alle gare in Suv sulle dune di
Tel Aviv.
Meno nota, ma già affermata a livello internazionale, la palestinese
Ahlam Shibli partecipa a numerose mostre nel mondo con opere che
parlano della situazione di palestinesi e beduini in Israele, della
vita nei territori occupati, ma anche di gay, transessuali e
transgender emigrati in Occidente da Asia e Paesi musulmani.
L'allestimento della mostra Breaking News le vedrà a confronto nella
stessa sala, in una sorta di dialogo silenzioso, del quale lo
spettatore non potrà non sentirsi partecipe, nonostante il "muro"
eretto tra le due artiste nell'allestimento della mostra.
Di Yael Bartana sarà proiettato A Declaration, un film del 2006, in
cui un uomo, a bordo di una barca, si avvicina a uno scoglio su cui
sventola una bandiera israeliana. L'isolotto, di fronte a Giaffa, è
chiamato Andromeda's Rock, dal nome della figura della mitologia greca
che si era sacrificata per salvare il suopopolo dall'ira degli dei
scatenata dal peccato di orgoglio commesso dalla madre. Arrivato allo
scoglio, l'uomo sradica la bandiera e la getta via. Al suo posto, con
la stessa solennità che accompagna le cerimonie ufficiali, pianta un
albero di ulivo. Nonostante sia universalmente riconosciuto come
simbolo di pace, nella cornice del conflitto arabo-israeliano anche un
ulivo può essere fonte di ambiguità. E' infatti tra le principali
fonti di sussistenza dei palestinesi della Cisgiordania e viene
sradicato dai coloni israeliani in segno di spregio. Il richiamo alla
mitologia - con il riferimento al prezzo dell'orgoglio - e la forza
simbolica dell'azione messa in scena - la sostituzione di un simbolo
con un altro - sembrano indirizzare la lettura dell'opera verso
un'interpretazione positiva, lasciando spazio alla speranza: quella di
assistere, un giorno, alla coesistenza pacifica dei due popoli.
Di Ahlam Shibli sarà invece esposto un nucleo di fotografie dalla
serie Trackers, realizzata nel 2005 e incentrata sul fenomeno dei
palestinesi di origine beduina che si arruolano volontari
nell'esercito israeliano. Nelle parole di Shibli, "il mio progetto è
una ricerca sul prezzo che una minoranza è costretta a pagare alla
maggioranza, forse per farsi accettare, forse per cambiare la propria
identità, forse per sopravvivere o magari per tutto questo insieme e
altro ancora". Alcuni rintracciano la ragione di questa scelta
nell'attitudine dei beduini - una popolazione originariamente nomade -
ad adattarsi alla vita della nazione ospitante. In ogni caso il
fenomeno, considerato dai palestinesi un tradimento, crea una profonda
ferita nell'unità del popolo, costretto a fronteggiarsi in due opposti
schieramenti. Dall'insieme dei frammenti che compongono Trackers
emerge tutta la fatalità della scelta dei palestinesi beduini, isolati
dal loro stesso popolo e mai del tutto accettati dalla nuova società a
cui hanno giurato fedeltà.
In un percorso di oltre 115 opere, tra video, film, installazioni e
fotografie che rimandano alla ricchezza di culture millenarie, la
mostra Breaking News intende offrire uno sguardo approfondito sulle
criticità che, a partire dal Medio Oriente e dall'Africa, attraversano
il mondo contemporaneo.
L'elenco dei 21 artisti selezionati include: Philip Kwame Apagya
(Ghana), Yto Barrada (Francia/Marocco), Yael Bartana (Israele), Taysir
Batniji (Palestina), Jodi Bieber (Sudafrica), Mounir Fatmi (Marocco),
Samuel Fosso (Camerun), David Goldblatt (Sudafrica), Bob Gosani
(Sudafrica), Pieter Hugo (Sudafrica), Goddy Leye (Camerun), Daniel
Naudé (Sudafrica), Cedric Nunn (Sudafrica), George Osodi (Nigeria),
Hrair Sarkissian (Siria), Wael Shawki (Egitto), Ahlam Shibli
(Palestina), Mikhael Subotzky (Sudafrica), Jinoos Taghizadeh (Iran),
Guy Tillim (Sudafrica), Akram Zaatari (Libano).
nel nord di Israele, la seconda in Galilea, da pastori di origini
beduine - sono accomunate dalla lucidità con la quale indagano
artisticamente le implicazioni umane, sociali e simboliche del
conflitto arabo-israeliano.
Video e film-maker, Yael Bartana è una degli artisti israeliani più in
vista del momento: nel 2010 ha ricevuto il prestigioso Artes Mundi
Prize britannico ed ha esposto alla Tate Modern, a San Paolo e a
Berlino. Nei suoi video e nelle sue installazioni punta l'obiettivo
sui rituali contemporanei della società israeliana, dallo shopping
compulsivo alle celebrazioni religiose, alle gare in Suv sulle dune di
Tel Aviv.
Meno nota, ma già affermata a livello internazionale, la palestinese
Ahlam Shibli partecipa a numerose mostre nel mondo con opere che
parlano della situazione di palestinesi e beduini in Israele, della
vita nei territori occupati, ma anche di gay, transessuali e
transgender emigrati in Occidente da Asia e Paesi musulmani.
L'allestimento della mostra Breaking News le vedrà a confronto nella
stessa sala, in una sorta di dialogo silenzioso, del quale lo
spettatore non potrà non sentirsi partecipe, nonostante il "muro"
eretto tra le due artiste nell'allestimento della mostra.
Di Yael Bartana sarà proiettato A Declaration, un film del 2006, in
cui un uomo, a bordo di una barca, si avvicina a uno scoglio su cui
sventola una bandiera israeliana. L'isolotto, di fronte a Giaffa, è
chiamato Andromeda's Rock, dal nome della figura della mitologia greca
che si era sacrificata per salvare il suopopolo dall'ira degli dei
scatenata dal peccato di orgoglio commesso dalla madre. Arrivato allo
scoglio, l'uomo sradica la bandiera e la getta via. Al suo posto, con
la stessa solennità che accompagna le cerimonie ufficiali, pianta un
albero di ulivo. Nonostante sia universalmente riconosciuto come
simbolo di pace, nella cornice del conflitto arabo-israeliano anche un
ulivo può essere fonte di ambiguità. E' infatti tra le principali
fonti di sussistenza dei palestinesi della Cisgiordania e viene
sradicato dai coloni israeliani in segno di spregio. Il richiamo alla
mitologia - con il riferimento al prezzo dell'orgoglio - e la forza
simbolica dell'azione messa in scena - la sostituzione di un simbolo
con un altro - sembrano indirizzare la lettura dell'opera verso
un'interpretazione positiva, lasciando spazio alla speranza: quella di
assistere, un giorno, alla coesistenza pacifica dei due popoli.
Di Ahlam Shibli sarà invece esposto un nucleo di fotografie dalla
serie Trackers, realizzata nel 2005 e incentrata sul fenomeno dei
palestinesi di origine beduina che si arruolano volontari
nell'esercito israeliano. Nelle parole di Shibli, "il mio progetto è
una ricerca sul prezzo che una minoranza è costretta a pagare alla
maggioranza, forse per farsi accettare, forse per cambiare la propria
identità, forse per sopravvivere o magari per tutto questo insieme e
altro ancora". Alcuni rintracciano la ragione di questa scelta
nell'attitudine dei beduini - una popolazione originariamente nomade -
ad adattarsi alla vita della nazione ospitante. In ogni caso il
fenomeno, considerato dai palestinesi un tradimento, crea una profonda
ferita nell'unità del popolo, costretto a fronteggiarsi in due opposti
schieramenti. Dall'insieme dei frammenti che compongono Trackers
emerge tutta la fatalità della scelta dei palestinesi beduini, isolati
dal loro stesso popolo e mai del tutto accettati dalla nuova società a
cui hanno giurato fedeltà.
In un percorso di oltre 115 opere, tra video, film, installazioni e
fotografie che rimandano alla ricchezza di culture millenarie, la
mostra Breaking News intende offrire uno sguardo approfondito sulle
criticità che, a partire dal Medio Oriente e dall'Africa, attraversano
il mondo contemporaneo.
L'elenco dei 21 artisti selezionati include: Philip Kwame Apagya
(Ghana), Yto Barrada (Francia/Marocco), Yael Bartana (Israele), Taysir
Batniji (Palestina), Jodi Bieber (Sudafrica), Mounir Fatmi (Marocco),
Samuel Fosso (Camerun), David Goldblatt (Sudafrica), Bob Gosani
(Sudafrica), Pieter Hugo (Sudafrica), Goddy Leye (Camerun), Daniel
Naudé (Sudafrica), Cedric Nunn (Sudafrica), George Osodi (Nigeria),
Hrair Sarkissian (Siria), Wael Shawki (Egitto), Ahlam Shibli
(Palestina), Mikhael Subotzky (Sudafrica), Jinoos Taghizadeh (Iran),
Guy Tillim (Sudafrica), Akram Zaatari (Libano).
titolo
Breaking News
Fotografia contemporanea da Medio Oriente e Africa
a cura di
Filippo Maggia
promossa da
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
sede espositiva
Ex Ospedale Sant'Agostino
Largo Porta Sant'Agostino 228, Modena
periodo
dal 28 novembre 2010 al 13 marzo 2011
conferenza stampa
giovedì 25 novembre 2010, ore 11
Inaugurazione
sabato 27 novembre 2010, ore 18
Orari di apertura
dal martedì alla domenica dalle 11 alle 19
Ingresso gratuito
Catalogo
Skira Editore
Informazioni Fondazione Fotografia
c/o Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Via Emilia Centro 283, Modena
Tel 059 239888 - Fax 059 238966
info@mostre.fondazione-crmo.it
www.mostre.fondazione-crmo.it
Ufficio Stampa
Cecilia Lazzeretti, Claudia Fini
tel. 059 239888 - fax 059 238966
ufficiostampa@fondazione-crmo.it
Breaking News
Fotografia contemporanea da Medio Oriente e Africa
a cura di
Filippo Maggia
promossa da
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
sede espositiva
Ex Ospedale Sant'Agostino
Largo Porta Sant'Agostino 228, Modena
periodo
dal 28 novembre 2010 al 13 marzo 2011
conferenza stampa
giovedì 25 novembre 2010, ore 11
Inaugurazione
sabato 27 novembre 2010, ore 18
Orari di apertura
dal martedì alla domenica dalle 11 alle 19
Ingresso gratuito
Catalogo
Skira Editore
Informazioni Fondazione Fotografia
c/o Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Via Emilia Centro 283, Modena
Tel 059 239888 - Fax 059 238966
info@mostre.fondazione-crmo.it
www.mostre.fondazione-crmo.it
Ufficio Stampa
Cecilia Lazzeretti, Claudia Fini
tel. 059 239888 - fax 059 238966
ufficiostampa@fondazione-crmo.it