Davvero, da non perdere. Ma non perché lo recito io, ma perché è di Copi, il grandissimo, e il mondo lo sta commemorando. Giustamente.
Stiamo parlando di Raul Da monte, in arte Copi, il talento franco-argentino scomparso prematuramente di AIDS vent’anni fa.
Ve lo ricorderete sicuramente soprattutto per le vignette che faceva
per Linus: il suo personaggio, “la donna seduta”, era amaramente
esilarante, essenziale, paradossale su ogni tragedia della vita.
Poi
però ha cominciato a scrivere come commediografo: l’avete visto “Il
ballo delle checche”? E “L’omosessuale e la difficoltà di esprimersi”,
appena andato in scena a Milano, per la commemorazione?
Io interpreto invece “Frigo”: sono 6 personaggi, donna, uomo, cane, colf, madre… e parlo, parlo, parlo sempre, anche quando sono fuori scena. Un ritmo incalzante, velocissimo (lo spettacolo dura solo 40 minuti), senza vuoti, eccitante anche solo per il ritmo. La regia di Andrea Adriatico è infatti esemplare: vorticosa, divertente e amara, ironica, cinica, profondissima.
Reduce da un successone a Milano, la prossima tappa dello spettacolo è Bologna dal 2 al 10 maggio al “Teatri di vita” (www.teatridivita.it,
tel. 051 566330). E poi il 10 maggio a “La città del teatro” di
Cascina, il 16-17 al “Teatro delle fondamenta nuove” di Venezia, e il
25-26 maggio “Teatro delle saline” di Cagliari.
Venite?