Brigitta Rossetti alla Biennale di Firenze,
dal 5 al 13 Dicembre 2009
"Entering the Obsession"
"Entering the Obsession" , il titolo dell'istallazione che sarà presentata dall'artista
"L'arte deve disturbare. La scienza deve rassicurare." Lo scriveva George Braque e questa frase sintetizza al meglio la creazione dell'opera che Brigitta
Rossetti ha scelto di presentare alla Biennale di Firenze.
L'obiettivo duplice: l'inizio di un viaggio che potrà condurre alla scoperta come alla sconfitta, attraverso un percorso dall'esperienza visibile comune al mondo intellettivo ed intellegibile individuale; la necessità dell'artista di sensibilizzare su uno dei mali più sottili dei nostri anni, l'ossessione appunto.
L'istallazione racchiude più opere e più tecniche in un'unica imponente rappresentazione, come a voler dare libertà alla poliedricità dei suoi metodi di lavoro e di passione: pittura, videoinstallazione, scultura, poesia in un insieme di segni, gli stessi che richiamano un paragone, forse arduo ma azzeccato, con un'affermazione di Eraclito, "non sarebbe affatto meglio se le cose andassero come gli uomini desiderano. A meno che non ti aspetti l'imprevedibile, non troverai mai la verità , perchè è arduo scoprirla e arduo realizzarla. La natura ama nascondersi. L'oracolo di Delphi non parla nè nasconde: dà semplicemente dei segni".
Un affresco corale, che parte da un dipinto, in acrilico su tela, che presenta, si legge nel testo critico di Alessandra Locatelli, "la condizione umana nella sua completa fragilità : la sagoma è nuda, indifesa, privata anche della maschera protettiva dei capelli, e sola. La scelta cromatica graffia il bianco ed il nero scoprendo un imprevisto verde, un'aurea di linfa vitale, un anelito generativo di nuova vita, tuttavia non eterno, caduco, sottoposto al tempo di una clessidra."
Alla tela seguono due filmati video, girati e montati dall'artista, che diventano "lenti di ingrandimento sul suo stato interiore, tracce della memoria intima alternate fino a fondersi con la memoria collettiva umana. Il vicolo cieco dell'esistenza ripetuta in gesti che non trovano soddisfazione si stringe
sulla condizione dell'oggi, permeata dallo scollamento tra l'io e l'es,
entrambi contaminati e governati dal super-io."
Un graffito in cui convergono indizi, tracce, segni, riconducibile alla mappa anatomica dell'attività cerebrale", per approdare alla quarta sezione dell'istallazione, dove affiora la scultura.