Da una ventina d’anni intanto è cresciuta a una velocità estrema la città di El Alto. Attaccata alla capitale boliviana, sui monti che la circondano, è diventata una città dormitorio, popolata da una maggioranza di “indigenos”, raggiungendo circa un milione di persone (più della Paz, dove vivono 800.000 abitanti!). E se prima essere considerati “indios” era vissuto come una vergogna, adesso il movimento per l’autostima e l’importanza delle proprie origini viene ribadito sempre più forte come uno slogan, soprattutto dall’arrivo di Evo Morales al potere, essendo lui stesso di una famiglia “ayamara”. (gli Aymara fanno parte delle oltre 30 comunità linguistiche e culturali sparse attraverso il paese).
Foto scattate da Marie Close
A La Paz tanto vale arrivare dall’Alto, la prima impressione è sconvolgente! Quando si viene dall’unica strada si ha una vista panoramica sull’intera città e sulle migliaia di casette costruite su ogni parcella disponibile. In lontananza appare il vulcano Illimani, ricoperto di neve che si confonde a volte con le nubi o che spacca le giornate di cielo azzurro.
Si capisce subito che si entra in un centro di contrasti, di paradossi enormi, a misura della natura che s’impone, gigantesca, di fronte a una specie di culla gorgogliante, vestita da mille colori che si confondono nell’agitazione urbana.
Il centro benestante si trova li, proprio in mezzo alla culla, con edifici lunghi che sembrano voler toccare le cime, dove invece le case si fanno modeste, di terra, color fango. E così che si incrociano, senza tante considerazioni, ad ogni minuto, business-men in giacca e cravatta con “cholitas” piene di fagotti sulle spalle, e un mondo di differenze.
Il centro
Il centro, data la sua situazione geografica, è protetto dai venti dell’Altipiano, ed è diviso in vari quartieri. Attorno al Prado, il viale principale che taglia la città in due, all’ovest, si trova il quartiere dei mercati, che finisce sull’avenida Buenos Aires. Qui si trova la calle Sagarnaga, piena di negozietti turistici, agenzie di viaggi e ristorantini vegetariani!
Mercato Camacho, avenida Camacha, esquina Campero, dove si vedono le “cholas”donne tipiche della capitale, vestite con abiti tradizionali dai colori cangianti, alle quali lo scrittore boliviano Antonio Diaz Vilamil si è ispirato per il suo romanzo “La Niña de sus ojos”.
Foto scattata da Marie Close
Il quartiere di San Pedro
Poi il quartiere popolare di San Pedro, anche lui con un mercato coloratissimo di tante varietà di frutta e verdura, i posticini dove mangiare per pochissimo.
Dall’altro lato a est, Miraflores, dove si trova lo stadio di calcio, famoso per accogliere periodicamente squadre come il Brasile, l'Argentina e altre per le qualifiche della coppa del mondo. E’ una dura prova per le squadre invitate che soffrono della mancanza di ossigeno dovuta all’altezza. Molti, addirittura vorrebbero proibire che si possano ancora giocare partite qui.
Due musei da non perdere
Il Museo Nazionale d’Arte, a due passi dalla plaza Murillo. Aperto dal martedi al sabato, dalle 9h30 alle 12h30 e dalle 15h alle 19h. Il costo è di 10BS (moneta locale: il boliviano, scritto BS). Al secondo piano si trovano le sale dedicate all’arte contemporanea boliviana e del Sud America in generale.
Museo Tambo Quirquincho, all’angolo della calle Evaristo-Valle che dà sulla piazza Alonzo de Mendoza. In questa casa coloniale ben restaurata si trova una sala dedicata alla donna “chola” molto interessante. Si trovano anche in questa dimora maschere di carnevale, abiti tipici, una grande scelta di foto del secolo passato, antiche cartine geografiche e degli oggetti d’argento.
Per mangiare e uscire
Mercado Lanza, Plaza Perez-Velasco, Evaristo Valle. Famoso per essere il “comedor popular” di La Paz. Si sceglie fra decine di pani diversi e i pranzi, ottimi anche se raccomandati agli stomaci resistenti, non costano mai più di 5 BS.
Se no, vedrete che i ristorantini non mancano e propongono spesso ottima cucina a prezzi più che stracciati!
Peña a Marka Tambo, Calle Jaèn, 710. In questa stradina piena di storia, l’unica che abbia conservato il suo aspetto coloniale intatto (infatti sembra di starsene per un attimo a Sevilla) troverete un posticino davvero simpatico dove si fanno concerti dal giovedi al sabato, a partire delle 22h30. Bravissimi musicisti vengo a esibirsi qui, vale la pena!
Dormire
Alojamiento Illimani, calle Illimani, 1817, tel: 02/2202 346, pulito e molto tranquillo, circa 40BS, a persona.