Il Medi Art International di Pantelleria
Se
non fosse per il cinema certe bellezze d’Italia non le conoscerei! E
non parlo di paesaggi visti su celluloide ma di Festival
Cinematografici. Da qualche anno sull’isola di Pantelleria, nel mese di
settembre, si tiene una rassegna cinematografica dal titolo “Medi Art International Film Festival” (www.medi-art.it; info@medi-art.it) , quest’anno giunta al quinto anno di edizione, presso il Cineteatro “S.Gaetano”, località Scauri.
Ci sono stata in qualità di attore/attrice per il film “Mater Natura” di Massimo Andrei, prodotto dalla “Kubla Khan” che uscirà dopo Natale distribuito dall’Istituto Luce.
Promotori di questa iniziativa sono la dottoressa Carmela Soldi e l’inarrestabile Leonardo Germano Ferreri. Il Festival mi ha offerto l’ospitalità su questa isola più vicina alle coste tunisine che all’Italia.
Ci
arrivo in aereo, mi fanno trovare un’auto in noleggio, rigorosamente
Panda vecchio modello per la strettezza delle strade e per la buona
tenuta delle sospensioni. Si fa la “strada perimetrale”, quella che
costeggia tutta l’isola via costa. Vengo subito colpita dai “dammusi”, casette di un solo piano, cubiche o parallelepipede, di chiara impronta araba (su
questa isola la convivenza culturale e culinaria tra la società
occidentale e quella nord-africana è molto educativa, soprattutto in
questi tempi...a proposito da non perdere il cous-cous alle verdure
della fantastica signora Lilli!). Il tetto è simile alla cuba
araba, un semicerchio che permette la raccolta di acqua piovana, fonte
idrica tutt’ora utilizzata in appositi pozzi. Vengo anche
piacevolmente sorpresa dalla fertilità di questa terra, a tratti di
pietra bruciata a tratti lussureggiante, soprattutto nella piana della
Ghirlanda dove ai cigli della strada puoi raccogliere un grappolo della dolcissima uva Zibibbo,
con la quale si ottiene il passito di Pantelleria, obbligatorio dopo
una cena a base di spaghetti alla polpa di riccio e pesce magari al
ristorante “La Vela” affacciato su un mare blu intenso. Oltre al fico
d’India (più pungente di una barba ahimè in ricrescita), agli ulivi e
alle more, c’è il celebre “cappero”, quel bocciolo da
condimento molto usato: nell’insalata “pantesca” con patate lesse,
pomodori, cipolla cruda e olio, nella versione “patè”, con il
pesce...il cappero più rinomato è quello di piccolo calibro; il cappero
si misura in calibro, come un proiettile. Le
piante di cappero crescono così spontaneamente che io tutte le sere mi
controllavo sotto le ascelle per vedere se per caso ne fosse spuntata
una piantina anche lì.
L’isola, di origine vulcanica, è
piena di vasche termali gratuite: al lago turchese dello specchio di
Venere (che nome favoloso!) dove tutti si cospargono di argilla che
sembra di vedere gli zombie di Michael Jackson o sulla costa di Gadir
sotto la villa di Giorgio Armani (che qui è di casa).
Per le appassionate di shopping da non perdere è la bigiotteria in pietra ossidiana, nera lucida, porta-fortuna (per gli scettici consiglio sempre la massima di Totò “non ci credo ma mi adeguo”): io ho comprato una bellissima collana con grani in ossidiana con più sfaccettature della nostra situazione politica!
Il
film “Mater natura” alla proiezione è andato benissimo, ho ricevuto in
premio per la mia parte un favoloso “dammuso” in argento che custodisco
gelosamente e con quel pizzico di orgoglio che mi fa cotonare le piume
del mio boa. Nella serata conclusiva del Festival c’è stato il
concerto del gruppo “UT COMMA”, un’altra rivelazione: una musica di
contaminazioni varie mediterranee che mi ha trascinata con sé,
facendomi dimenticare problemi, lavoro e persino a che sesso
appartengo! E’ un’isola da consigliare a chi vuole un po’ di relax e a
chi vuole l’Africa pur restando in Italia. E in autunno lì fa ancora
caldo: buon viaggio!