QUASAR
Matti e irregolari. Surfrock e filastrocche agitate, intonate da una voce dal timbro scanzonato. Sono i Quasar, da Terni. “Il nostro nome è Quasar”, si introducono sul loro sito (www.quasarband.tk). “Siamo un trio composto da Saverio Paiella (chitarra & voce), Fabio Mazzoni (basso) e Yuri Rosi (batteria)”, proseguono. E in anticipo: “Come al solito la gente vuol sapere che genere suoniamo e come sempre la risposta è quantomai vaga, essendo la nostra musica una risultanza di varie influenze. Diciamo però che se siete amanti del surf e della psychedelia, probabilmente ci troverete interessanti”.
Interessanti lo sono, altrimenti non saremmo qui. Si formano nel 2002, dall’unione di componenti che gi militavano in progetti paralleli. Niente impegno sociale nei loro testi e nemmeno mielose avventure amorose, ci tengono a precisare. La parola d’ordine è “metafisica”, di indubbia vicinanza al concetto di psichedelia. Di casa all’Ephebia festival di Terni, quest’anno hanno anche partecipato alle selezioni di Primo maggio tutto l’anno: il concorso che consegna al famoso palco capitolino tre band selezionate da tutta Italia. Non ce l’hanno fatta, ma hanno ancora tanta strada davanti.
Il surf dei Quasar, c’è da riconoscerlo, conserva un certo manierismo, probabilmente ancorato alla giovane et della band. ma inevitabile è un appunto, sul palco riescono a restituire così bene quel panorama dei Sessanta californiani che quasi non ci si fa caso, e il culo comincia a zampettare in automatico sulla sedia. Tra i loro ascolti anche altri generi: post-punk, noise e post-rock. “Abbiamo notato come sia un po’ più facile arrivare ad una sensazione intensa inoltrandosi negli anfratti più claustrofobici e angosciosi dell'essere umano – precisano - mentre molto raramente si è riusciti a raggiungere la stessa intensit a suon di good vibrations”.
Perché andare a un loro concerto? La soluzione la trovate sul sito della band, alla sezione Faq…